Si
inaugura sabato 22 luglio 2017, alle ore 18.30 presso l’Oratorio di Santa Maria
Assunta SPINEA, nell’ambito del progetto PARADISUM THEATRUM – Il Volto, l’Anima e lo Specchio personale dell’artista Gabriella Santuari, a cura di Luciana
Zabarella e Adolfina De Stefani con
la collaborazione di Erika Argiolas. Testo critico a cura di Barbara Codogno.
La mostra, visitabile
fino a domenica 6 agosto 2017, è organizzata da cittadellarte con il patrocinio del Comune di SPINEA (VE);
La mostra di Gabriella Santuari presenterà al pubblico una selezione di
lavori recenti centrati sul tema IL
VOLTO, L’ANIMA E LO SPECCHIO.
Scrive l’artista Gabriella
Santuari riguardo al suo lavoro: …”Una chiesa sconsacrata, vuota, continua
a trasmettere nel tempo il senso della sua sacralità originaria e, se si
riempie di persone, anche quello di comunione
sociale. Ciò si percepisce ancora di più quando vi si ospita una mostra
d'arte: durante l'inaugurazione si riunisce una ”Ekklesia”, una comunità,
“coloro che son convocati”, e piano piano si sviluppa una fertile
partecipazione che porta all'accumulo e condivisione di una forte energia
positiva. Se si visita la mostra in solitudine, vi si può respirare una forte
spiritualità, una comunione intima: in chi sa mettersi in discussione l' ”io“
nascosto, che per lo più é in contrasto con l'altro “io” esteriore, vibra sulle
corde dell'armonia. Infatti, se l'artista
esprime bene le proprie emozioni attraverso l'arte e l'osservatore entra
in empatia, quest'ultimo arriva a
riconoscere anche le proprie inquietudini, ad
accettarle, arricchendo così la propria interiorità. A questo serve
l'arte. Come diceva G.B.Shaw. “ Si usa lo specchio per guardarsi il volto, si
usa l'arte per guardarsi l'anima”; osando di più, ... per curarsi l'anima….”
Nel solco di una tradizione poetica quanto mai nitida e che
senz'altro si dipana a partire da quelle
riflessioni che animarono anche la ricerca di Giosetta Fioroni,
Gabriella Santuari propone al pubblico una serie di opere digitali, sulle quali
poi interviene pittoricamente, aventi come principale soggetto il volto
femminile.
A dire il vero Santuari, nonostante le svariate
sperimentazioni e le molteplici incursioni anche in altri ambiti di senso, ha
da sempre avvicinato l'anima femminile attraverso la priorità del volto. Questi
volti, impressi su tele di grande formato, ed eseguiti con taglio fotografico e
forte impatto cromatico, riverberano misteriosi paesaggi intimi, emotivi e
psicologici.
“Nei lavori di Santuari la luce è componente determinante e
preponderante – spiega Codogno – tanto da ricordare il mito di Diana e Atteone:
era mezzogiorno, momento di massima luce, quando Atteone fu accecato dal
palesarsi della Dea, e poi trascinato nelle tenebre della trasmutazione”.
I volti di Santuari sono cesellati da una luce talvolta opaca,
talvolta opalescente; momenti di rara perfezione stilistica e poetica.
Non è un caso che Santuari associ il volto all'anima e allo
specchio: “Si pensi all'etimologia stessa di pupilla – spiega ancora Codogno –
che deriva da pupa, ossia l'immagine ridotta di me stesso che vedo
riflessa in quello specchio che sono gli occhi dell'altro”. Lo specchio è
inoltre a fondamento dell'auto-rappresentazione del sé nella storia della
nostra civiltà, come ci suggeriscono gli antichi greci.
Completa la mostra un'installazione composta da alcuni
specchi disposti in terra e che riflettono alcuni aforismi scritti a rovescio
sul fondo di scatole specchianti appese al soffitto. Il pubblico, per cercare
di decodificare il messaggio, dovrà specchiarsi a propria volta, unendo così
immagine e parola; divenendo progetto di senso attraverso al testimonianza del
proprio io allo specchio. Anche le scatole saranno specchianti, per aumentare
la luminosità e accentuare i riflessi che derivano dalla luce esterna.
Barbara
Codogno
Gabriella Santuari nasce a Trento, ma trascorre i suoi primi vent’anni
a Milano. Poi si trasferisce a Padova, dove tuttora risiede. Laureata in Lingue
e Letterature Straniere all’Università di Ca’ Foscari di Venezia, si è sempre
dedicata all’arte, spaziando tra stili diversi e utilizzando tecniche e
materiali di ogni genere. Negli ultimi anni l’artista si è orientata verso una
ricerca pittorica personale con risvolti di forte incidenza sociale, muovendo
da un motivo concettuale di stretta attualità: il rapporto tra l’uomo
contemporaneo e le seduzioni commerciali. Utilizza in vari modi, per le sue
creazioni, contenitori in cartone di prodotti alimentari freschi, secchi o surgelati per
opporsi, in modo poetico, alla violenza di quel settore della pubblicità che
entra subdolamente nelle case attraverso il cibo. Per l’interesse suscitato dalla sua ricerca nel 2007 è stata
invitata alla Biennale di Venezia, nella mostra collaterale PPP. Dal 1998
partecipa a numerose mostre nazionali e internazionali, sia presso gallerie
d’arte e Istituti italiani di cultura all’estero, dove continua ad ottenere
lusinghieri riconoscimenti.