martedì 27 dicembre 2016


EQUILIBRIO 

PERCORSO STABILE ED INSTABILE | SET UP 2017

a cura di Città dell’Arte
www.cittadellarte.org
EQUILIBRIO è il titolo che Set Up ha proposto per l’anno 2017 e che Città dell’Arte, a cura di Adolfina De Stefani e Marco Toffanello under 35, sarà presente con un gruppo selezionato di artisti, le quali opere di ricerca saranno orientate a focalizzare l’indagine e la documentazione sul tema proposto, indagando la ricerca sulla condizione economica, sociale, politica, delle relazioni geografiche ed economiche del rapporto tra arte e vita, tra finzione e realtà, tra artista e spazio.
Pittura, scultura, installazione, video, fotografia, saranno le proposte, per sviluppare un percorso espositivo, nel tentativo di condurre lo spettatore a rivelazioni posteriori, sospendendone il giudizio e la comprensione in un limbo d’indefinitezza e di dubbi condivisi, necessari per la riscoperta di verità non più individuali, ma riconducibili a esperienze esistenziali collettive di una società in formazione alla ricerca di un equilibrio o comunque di un orientamento per “sapere dove andare”

artisti proposti:  Chiara Tubia | Franz Chi | Anastasia Moro | Andrea Tagliapietra | Marco Toffanello | Fausto Trevisan | Giuliana Cobalchini 

Chiara Tubia (1982) “THE MYSTIC CIRCLE” opere, spesso ricche di paradossi e implicazioni filosofiche e mitologiche, penetrano il mistero della natura, nella sua materia più instabile e pura, al fine di disvelare le verità nascoste e lo spirito in ogni cosa. Le molteplici soluzioni formali, combinano ed esplorano linguaggi espressivi che spaziano dalla fotografia al disegno, dalla pittura fino ad arrivare alla scultura ed installazione focalizzando l’attenzione sull’analisi delle sfumature della realtà per svelarla nei suoi livelli multipli e potenziali d’apparenze e d’interpretazioni. Un’arte enigmatica che sposta il suo confine d’indagine dalla radice all’essenziale, sollevando quesiti e contraddizioni. L’artista viene proposta under 35 con una serie di lavori dal titolo: The Mystic Circle che comprende una serie di fotografie di 143x109 cm e le relative sculture indossate e create dall’artista. 

Franz Chi (1970) “EXODOS” l’ opera presentata dall’artista è la parte conclusiva della tragedia greca, che finisce con l'uscita di scena del coro. Cosa di più attuale in questo momento se non la conseguenza del dramma della guerra? L'opera vuole rappresentare la fuga disperata dall'eminente esplosione, sia essa demografica, conseguenza dei conflitti, metaforica deflagrazione della terra a seguito dell'inquinamento globale oppure dalla disumanizzazione a cui la razza umana si sta ormai abituando: è una fuga vana perché la bomba è già detonata e dagli occhi delle quattro statue, posizionate nei punti cardinali, già esce la luce dell'esplosione che li sta raggiungendo. ...oppure è la luce della speranza, l'ultima possibilità prima della fine... ma stiamo parlando di tragedie. 

Anastasia Moro (1977) “ANIME IN PENA” Che forma può avere l’anima? Forse non ha forma, forse è qualcosa di fluido in continuo mutamento. Catturandola ha smesso di trasformarsi. Cucita su un pezzo di carta per evidenziare una delle sue tante identità. L’opera è costituita da una serie d’ interventi a resina colorata dalle dimensioni variabili, su carta e legno. 

Andrea Tagliapietra (1976) “DON'T LIKE MY SIZE” Il suo lavoro si sviluppa sull’indagare di ciò che l’essere umano porta dentro. Percepire e mettere in evidenza il disagio spesso nascosto dietro la formale apparenza; lo spettro dell’esteriorità, l’inappartenenza all’involucro-corpo, o ad una vita che ha una taglia diversa, troppo grande o troppo piccola, in cui non ci si sente a proprio agio. L’artista sostiene che il rapporto che può esistere con lo spettatore consiste nel metterlo davanti ad uno specchio in cui può ritrovare una parte di sé, delle analogie debitamente celate. Osservare per osservarsi. 

Marco Toffanello (1989) “THE PROCESS AND ME” compie una ricerca fotografica su forme, colori e modi di catalogare derivati dall’organizzazione funzionale in un deposito di tronchi temporaneo di uno scalo ferroviario. La natura stessa diventa pittura e raggiunge forme estetiche espressioniste; l’intervento dell’artista è ridotto a pochi attimi di selezione e catalogazione ma determinante per cogliere le armonie del mondo non (ancora) violato dall’azione dell’uomo. 

Fausto Trevisan (1969) "TEXAS ISLAND" l’opera nasce dopo l'ennesimo scempio da parte dell'uomo nei confronti del pianeta che ci ospita e che ci nutre. Nel mezzo dell’Oceano Pacifico le correnti marine hanno creato un'isola galleggiante di rifiuti plastici, frutto della negligenza dell'uomo. Quest'isola, dicono studiosi del fenomeno, è grande quanto lo stato del Texas. L’ opera è la testimonianza di questa situazione. La plastica impiega migliaia di anni per dissolversi nell'ambiente; per questo l’artista ha usato il gesso come materiale, immaginando i rifiuti come se fossero dei sassi, onnipresenti nel tempo e immutabili per le generazioni future: una macchia nel nostro disequilibrio! Supporto video Gianluca Fratin. 

Giuliana Cobalchini (1961) “ALI DI CARTA” in quest'opera gli elementi interagiscono dando vita ad un insieme di tensioni costruttive che versano alla ricerca di un punto di forza, di equilibrio e di una nuova stabilità, dando un approdo in contrasto tra una sorta di ordine stabile e un' agitazione silenziosa. La ricostruzione degli elementi naturali, quali le farfalle di carta che compongono gli elementi antropici, rendono all'architettura un chiaro gioco di apparenze ed illusioni nel tentativo di elargire all’opera una sua forza e un suo ordine, dove ogni elemento cerca di partecipare in modo attivo e La stabilità interna coerente e dove ogni forma cerca di contribuire al significato complessivo e al messaggio finale. La stabilità interna di un sistema dinamico è di grande importanza nello studio dei fenomeni naturali, in cui ad una condizione di equilibrio stabile corrisponde un minimo dell'energia posseduta dal sistema. È un'inquisizione quasi mistica che indaga sulla delicata questione del rapporto esistente tra uomo e natura. È un tentativo di denotare una forza Suprema, una forza generatrice che sottostà ad ogni cosa. 
  • SETUP CONTEMPORARY ARTFAIR 2017 
    27-29 GENNAIO 2017
    AUTOSTAZIONE DI BOLOGNA
    PIAZZA XX SETTEMBRE, 6