WUNDERKAMMER TRE – MERABILIA
Terzo appuntamento a Wunderkammer
San Marco 1958 Calle de la Fenice VENEZIA.
a cura di Adolfina De Stefani
10-25 giugno 2017
Come nelle camere delle meraviglie seicentesche e settecentesche, vere e proprie collezioni di mirabilia, naturalia e artificialia, oggetti fantastici e inattesi che catturavano la curiosità dei visitatori, così gli eventi espositivi del ciclo WUNDERKAMMER vogliono rappresentare e divenire il luogo-contenitore nel quale raccogliere e mostrare al pubblico le produzioni artistiche più recenti (libero da rigorosi e vincolanti tagli critici) di gruppi eterogenei di artisti, ciascuno presente in mostra con pochi e selezionati lavori e posto in dialogo diretto con i linguaggi degli altri artisti invitati e con lo spazio di galleria.
Le collettive WUNDERKAMMER si alterneranno, intervallate da altri episodi espositivi, nella programmazione di cittadellarte; pittura, scultura, installazione, video, fotografia, azioni performative invaderanno ciclicamente le tre sale e il giardino della galleria senza soluzione di continuità, per sviluppare un complesso percorso espressivo, allo scopo di riflettere con il pubblico sui codici comunicativi ed espressivi dell’arte contemporanea.
Artisti presenti:
Terzo appuntamento a Wunderkammer
San Marco 1958 Calle de la Fenice VENEZIA.
a cura di Adolfina De Stefani
10-25 giugno 2017
Come nelle camere delle meraviglie seicentesche e settecentesche, vere e proprie collezioni di mirabilia, naturalia e artificialia, oggetti fantastici e inattesi che catturavano la curiosità dei visitatori, così gli eventi espositivi del ciclo WUNDERKAMMER vogliono rappresentare e divenire il luogo-contenitore nel quale raccogliere e mostrare al pubblico le produzioni artistiche più recenti (libero da rigorosi e vincolanti tagli critici) di gruppi eterogenei di artisti, ciascuno presente in mostra con pochi e selezionati lavori e posto in dialogo diretto con i linguaggi degli altri artisti invitati e con lo spazio di galleria.
Le collettive WUNDERKAMMER si alterneranno, intervallate da altri episodi espositivi, nella programmazione di cittadellarte; pittura, scultura, installazione, video, fotografia, azioni performative invaderanno ciclicamente le tre sale e il giardino della galleria senza soluzione di continuità, per sviluppare un complesso percorso espressivo, allo scopo di riflettere con il pubblico sui codici comunicativi ed espressivi dell’arte contemporanea.
Artisti presenti:
Manu Brunello
“I linguaggi artistici di Manù Brunello si sono incontrati e fusi nella ricerca di estrarre e svelare la luce dentro alla struttura stessa restituendola condensata in una forma. La connessione è tale che si smarrisce il limite percettivo, e così la vista farà fatica talvolta a discernere tra tecnica reale e tecnica raffigurativa.” Donatella Tambini
“I linguaggi artistici di Manù Brunello si sono incontrati e fusi nella ricerca di estrarre e svelare la luce dentro alla struttura stessa restituendola condensata in una forma. La connessione è tale che si smarrisce il limite percettivo, e così la vista farà fatica talvolta a discernere tra tecnica reale e tecnica raffigurativa.” Donatella Tambini
Manù Brunello MERLETTO 2017 |
Rossana Bucci
“Bucci afferra il passato e misura il presente con le sue scatole memoriali e istintive che custodiscono tutto il sapore della terra, della tradizione, di un genuino intimismo che raccoglie frammenti esistenziali assemblati e rivissuti attraverso un vitalismo cromatico. Ossessioni e mitomanie, speranze e attese. La sensibilità dell’artista si percepisce in ogni progetto, oggetto o manipolazione. Lo strappo fisico diventa emotivo, la verità si occulta e a tratti risorge, l’occhio scruta una dimensione trans-conoscitiva extrasensoriale”.
Lucia Anelli
Rossana Bucci nasce a Corato (BA) dove vive e lavora.
E’ laureata in Economia all’Università degli studi di Bari. Artista, poetessa e performer, ha pubblicato per la poesia Petali di me in volo (2014) e DNA (2015). Editore di Eureka Edizioni, cura con Oronzo Liuzzi la collana di poesie CentodAutore. Fa parte della collezione Visual Poetry in Europe-Imago Mundi di Luciano Benetton.
FRANZ CHI (1970)
“Der Mensch ist was er isst”, siamo ciò di cui ci nutriamo. In quest'epoca in cui la scienza e la tecnologia sono considerate dei paradigmi indiscutibili atttraverso i quali l'uomo raggiungerà la propria felicità, Franz Chi si pone controcorrente e si chiede come sia possibile recuperare quel rapporto diretto uomo/natura che la società dei consumi tende a rimuovere. Se in questa società il passato viene velocemente accantonato e il futuro mai lontanamente immaginato, la comprensione e la rivalutazione degli oggetti che l'uomo produce e consuma, diventa necessaria per rompere quello schema fondato sul mito del progresso e della crescita e per capire dove si sta andando.
Franz Chi si laurea in Scienze Politiche con una tesi sociologica sul rapporto tra Mitologia Classica e Pubblicità. Ha lavorato come art director tra Padova e Milano. Nel 2003 partecipa alla pubblicazione del libro “WorldWide Designers 2007” che riunisce i lavori di 140 artisti internazionali. Il suo approccio “antropologico”, rivolto alla riscoperta di quel rapporto diretto uomo/natura che la società dei consumi tende a rimuovere, lo porta a cercare di comprendere e i meccanismi di una realtà “ready to use” che dimentica cosa si cela dietro agli oggetti.
NELLI CORDIOLI
R. Clair nel suo "Critica della Modernità scrive "....ogni vera rinascita risale il tempo, allo stesso modo che si ricarica una sveglia. Ogni momento di restaurazione, al contrario, lo riconduce a zero. ...." "Maestri" è un gruppo di lavori che origina da uno studio sopra le Opere di artisti del' 900 italiano. Queste due tele sono un omaggio a P. Manzoni. La scelta del
“Bucci afferra il passato e misura il presente con le sue scatole memoriali e istintive che custodiscono tutto il sapore della terra, della tradizione, di un genuino intimismo che raccoglie frammenti esistenziali assemblati e rivissuti attraverso un vitalismo cromatico. Ossessioni e mitomanie, speranze e attese. La sensibilità dell’artista si percepisce in ogni progetto, oggetto o manipolazione. Lo strappo fisico diventa emotivo, la verità si occulta e a tratti risorge, l’occhio scruta una dimensione trans-conoscitiva extrasensoriale”.
Lucia Anelli
Rossana Bucci nasce a Corato (BA) dove vive e lavora.
E’ laureata in Economia all’Università degli studi di Bari. Artista, poetessa e performer, ha pubblicato per la poesia Petali di me in volo (2014) e DNA (2015). Editore di Eureka Edizioni, cura con Oronzo Liuzzi la collana di poesie CentodAutore. Fa parte della collezione Visual Poetry in Europe-Imago Mundi di Luciano Benetton.
Rossana Bucci MEMORIE 2016 |
FRANZ CHI (1970)
“Der Mensch ist was er isst”, siamo ciò di cui ci nutriamo. In quest'epoca in cui la scienza e la tecnologia sono considerate dei paradigmi indiscutibili atttraverso i quali l'uomo raggiungerà la propria felicità, Franz Chi si pone controcorrente e si chiede come sia possibile recuperare quel rapporto diretto uomo/natura che la società dei consumi tende a rimuovere. Se in questa società il passato viene velocemente accantonato e il futuro mai lontanamente immaginato, la comprensione e la rivalutazione degli oggetti che l'uomo produce e consuma, diventa necessaria per rompere quello schema fondato sul mito del progresso e della crescita e per capire dove si sta andando.
Franz Chi si laurea in Scienze Politiche con una tesi sociologica sul rapporto tra Mitologia Classica e Pubblicità. Ha lavorato come art director tra Padova e Milano. Nel 2003 partecipa alla pubblicazione del libro “WorldWide Designers 2007” che riunisce i lavori di 140 artisti internazionali. Il suo approccio “antropologico”, rivolto alla riscoperta di quel rapporto diretto uomo/natura che la società dei consumi tende a rimuovere, lo porta a cercare di comprendere e i meccanismi di una realtà “ready to use” che dimentica cosa si cela dietro agli oggetti.
Franz Chi
EXODOS – ἜΞΟΔΟΣ 2016
Assemblaggio di parti
meccaniche, lampade
e terracotta
|
NELLI CORDIOLI
R. Clair nel suo "Critica della Modernità scrive "....ogni vera rinascita risale il tempo, allo stesso modo che si ricarica una sveglia. Ogni momento di restaurazione, al contrario, lo riconduce a zero. ...." "Maestri" è un gruppo di lavori che origina da uno studio sopra le Opere di artisti del' 900 italiano. Queste due tele sono un omaggio a P. Manzoni. La scelta del
bianco assoluto diventa tassativa perché la ricerca si sposta sui materiali i quali
aggiunti e amalgamati rifrangono la luce del bianco in qualità differente. Quale
corpo colorante più completo del bianco per accogliere e diffondere la luce?
Ogni materia con la propria corposità riporta strati di diverso rilievo. Durezza della
pietra contro la morbidezza dei trucioli.
Una poetica dell'astrazione sempre viva, emotiva oltre la raffigurazione delle forme riconoscibili.
Opera come pittrice fin dagli anni della formazione artistica presso il liceo di Verona e successivamente presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia. Ha approfondito, inoltre, alcune tra le principali tecniche di incisione calcografica alla Scuola Internazionale di Grafica nella stessa città, mantenendo tuttavia come prevalente nella propria attività artistica la ricerca pittorica. Anche durante il lungo insegnamento delle materie artistiche nella scuola statale, ha approfondito con continuità le tecniche espressive, utilizzando via via materiali particolari che evidenziano la struttura fortemente materica delle opere. Dal 1986 ad oggi ha realizzato numerose mostre personali ed ha partecipato a rassegne collettive in Italia ed all'estero.
Adolfina De Stefani
Ha sempre inteso trasferire nella sfera dell’arte la stessa complicità e intesa espressiva raggiunta nel suo percorso prima di studentessa e poi di docente anche nella quotidianità e nell’osservazione del quotidiano, dando vita a una profonda ricerca - individuale e sinergica - condotta con rigore sui temi dell’esistenza testimoniata da una copiosa produzione di dipinti, oggetti scultorei e installativi e interventi performativi e teatrali. Nel suo fare arte si intravvede sempre i principi primi della vita, un’esigenza a semplificare per comprenderne la ragione dell’esistenza, sommando linearmente le esperienze e i vissuti fino a tracciarne un fitto intreccio di trame, sovrapposte come i rami di un albero per riassumere e rielaborare con valore esperienziale i dati raccolti durante il lungo cammino e sommarli in nuove verità, talvolta assolute e talvolta parziali, necessarie per illuminare il tratto successivo di questo cammino.
SABRINA GROSSI
Una poetica dell'astrazione sempre viva, emotiva oltre la raffigurazione delle forme riconoscibili.
Opera come pittrice fin dagli anni della formazione artistica presso il liceo di Verona e successivamente presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia. Ha approfondito, inoltre, alcune tra le principali tecniche di incisione calcografica alla Scuola Internazionale di Grafica nella stessa città, mantenendo tuttavia come prevalente nella propria attività artistica la ricerca pittorica. Anche durante il lungo insegnamento delle materie artistiche nella scuola statale, ha approfondito con continuità le tecniche espressive, utilizzando via via materiali particolari che evidenziano la struttura fortemente materica delle opere. Dal 1986 ad oggi ha realizzato numerose mostre personali ed ha partecipato a rassegne collettive in Italia ed all'estero.
Nelli Cordioli OMAGGIO A PIERO MANZONI |
Adolfina De Stefani
Ha sempre inteso trasferire nella sfera dell’arte la stessa complicità e intesa espressiva raggiunta nel suo percorso prima di studentessa e poi di docente anche nella quotidianità e nell’osservazione del quotidiano, dando vita a una profonda ricerca - individuale e sinergica - condotta con rigore sui temi dell’esistenza testimoniata da una copiosa produzione di dipinti, oggetti scultorei e installativi e interventi performativi e teatrali. Nel suo fare arte si intravvede sempre i principi primi della vita, un’esigenza a semplificare per comprenderne la ragione dell’esistenza, sommando linearmente le esperienze e i vissuti fino a tracciarne un fitto intreccio di trame, sovrapposte come i rami di un albero per riassumere e rielaborare con valore esperienziale i dati raccolti durante il lungo cammino e sommarli in nuove verità, talvolta assolute e talvolta parziali, necessarie per illuminare il tratto successivo di questo cammino.
Adolfina De Stefani INSECTS IN THE MIRROR |
SABRINA GROSSI
Scrive il critico Gaetano Salerno “Nella vaghezza d’iconografie intuibili di
paesaggi e luoghi evocati nel pensiero, nell’indecifrabile scia di pigmento che si
ingarbuglia sulla tela per tracciare segmenti scomposti d’intimi ricordi, s’intuisce la
presenza di un’artista che di ogni viaggio, di ogni esperienza esistenziale, di ogni
passo compiuto serba l’energia potenziale, traduce la curiosità dell’ascolto e del
racconto.”
Sabrina Grossi nasce a Venezia nel 1963.
Si diploma come Maestro d’Arte Grafica presso l’Istituto Statale d’Arte di Venezia nel 1981 per poi proseguire il percorso artistico presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia.
Le sue opere, generalmente di struttura materica, sono ispirate all’ambiente circostante e, seppur in note astratte, appaiono figurative in natura.
Ha esposto in varie manifestazioni nel panorama artistico italiano ed estero attraverso mostre personali e partecipazioni a movimenti artistici, ottenendo ottimi risultati e consensi di critica.
Alcuni suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Dal 2014 è presente nella collezione privata di Ca’ Zanardi- Venezia.
Vive nella sua città natale, dove continua il personale lavoro innovativo di ricerca cromatica.
Kate Kalniete
L’ambiente veneziano la porta a considerare maggiormente il cromatismo rispetto al segno monocromatico che già la caratterizzava. Le visioni lagunari risultano quindi con sprazzi di colori luminosi che squarciano le aree più cupe delle sue creazioni.
Frequenta la scuola secondaria di arte e scienze umanistiche a Kuldiga, Lettonia, con la qualifica in arte ambientale. Consegue il diploma di arte presso l’Accademia di Riga (Lettonia). Sempre nella stessa ha avuto esperienza all’interno di una compagnia di Design “Ebastandarts”. Espone in varie Nazioni e Città tra cui Germania, Venezia, Parigi, Bath, Edimburgo, Glasgow, Basel, Zurigo, Lucera, Graubünden in Svizzera.
È stata vincitrice di differenti premi tra cui: un primo posto alla “Young Artists Pottery Exhibition”.
Oronzo Liuzzi
“...un viaggio in cui è racchiuso l’universo uomo e dalla cui conoscenza è possibile aprire la mente sull’universo dello spirito”. (Eugenio Giannì)
Nasce a Fasano (BR) nel 1949, vive e lavora a Corato (BA). Laureato in Filosofia Estetica all'Università degli Studi di Bari. Artista poliedrico, poeta e performer; ha pubblicato oltre venticinque libri tra poesia e narrativa. Durante la sua attività artistica ha esposto in numerosi musei e gallerie nazionali e internazionali (ha all’attivo oltre mille esposizioni fra personali e collettive).
Sabrina Grossi nasce a Venezia nel 1963.
Si diploma come Maestro d’Arte Grafica presso l’Istituto Statale d’Arte di Venezia nel 1981 per poi proseguire il percorso artistico presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia.
Le sue opere, generalmente di struttura materica, sono ispirate all’ambiente circostante e, seppur in note astratte, appaiono figurative in natura.
Ha esposto in varie manifestazioni nel panorama artistico italiano ed estero attraverso mostre personali e partecipazioni a movimenti artistici, ottenendo ottimi risultati e consensi di critica.
Alcuni suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Dal 2014 è presente nella collezione privata di Ca’ Zanardi- Venezia.
Vive nella sua città natale, dove continua il personale lavoro innovativo di ricerca cromatica.
Sabrina Grossi VIAGGIO NEI PENSIERI 2005 |
Kate Kalniete
L’ambiente veneziano la porta a considerare maggiormente il cromatismo rispetto al segno monocromatico che già la caratterizzava. Le visioni lagunari risultano quindi con sprazzi di colori luminosi che squarciano le aree più cupe delle sue creazioni.
Frequenta la scuola secondaria di arte e scienze umanistiche a Kuldiga, Lettonia, con la qualifica in arte ambientale. Consegue il diploma di arte presso l’Accademia di Riga (Lettonia). Sempre nella stessa ha avuto esperienza all’interno di una compagnia di Design “Ebastandarts”. Espone in varie Nazioni e Città tra cui Germania, Venezia, Parigi, Bath, Edimburgo, Glasgow, Basel, Zurigo, Lucera, Graubünden in Svizzera.
È stata vincitrice di differenti premi tra cui: un primo posto alla “Young Artists Pottery Exhibition”.
Kate Kalniete VENEZIA 2016 |
Oronzo Liuzzi
“...un viaggio in cui è racchiuso l’universo uomo e dalla cui conoscenza è possibile aprire la mente sull’universo dello spirito”. (Eugenio Giannì)
Nasce a Fasano (BR) nel 1949, vive e lavora a Corato (BA). Laureato in Filosofia Estetica all'Università degli Studi di Bari. Artista poliedrico, poeta e performer; ha pubblicato oltre venticinque libri tra poesia e narrativa. Durante la sua attività artistica ha esposto in numerosi musei e gallerie nazionali e internazionali (ha all’attivo oltre mille esposizioni fra personali e collettive).
Oronzo Liuzzi CAPPELLO 2016 |
Agustina Perez Pellegrini
Nelle sue produzioni cerca di trovare un equilibrio contrapposto alla frenesia e agli eccessi della vita contemporanea.
In quest’opera un filo conduttore-continuo rappresenta l’equilibrio che viene spezzato creando due realtà parallele che ricercano l’armonia perduta.
Nata a Buenos Aires, alimenta la sua passione per l’arte tessile e la lavorazione artigianale dei tessuti fin da piccola.
Formatasi al Centro Argentino di Studi di Moda, si trasferisce a Madrid, dove inizia a collaborare con le realtà di disegno indipendente della città.
Partecipa attivamente al movimento di Mail Art Attualmente vive a Padova
SANTUARI GABRIELLA |
Il volto, l’anima e lo specchio | 22 luglio – 6 agosto 2017
I soggetti privilegiati della produzione pittorica dell’artista sono le donne, donne dalla personalità poliedrica il cui sguardo intenso punta sull'osservatore, lo segue attentamente o fugge verso un luogo impenetrabile, in una fissità codificata che ne sintetizza il destino. Figurativamente reali, ma paradossalmente virtuali, riescono a stabilire una sorta di collegamento con il mondo, trasformandosi da comparse in protagoniste. Manifestano molteplici stati d'animo, conflitti e paure, situazioni di isolamento e solitudine, ma anche dolcezza e apertura, che entrano in vibrazione con le emozioni dell'osservatore. Donne che rivelano e rivendicano la forza di essere se stesse, a volte vinte, a volte vincitrici.
Pietro Scarso
Non esistono parole o definizioni nella “Realta' Universale delle sue opere”. Per questo preferisce la Semplicita', il rispetto per la riservatezza ed il “Pensiero”.
Le sue ultime ricerche pittoriche si caratterizzano per un segno essenziale affiancato a un uso quantitativamente limitato del colore.
Il suo lavoro è dato da una versione-visione del ritratto, collocandolo “nell'attuale”, Periodo “ Zecca figlia della Zecca”.
Pietro Scarso nasce a Vicenza nel 1972, dove attualmente vive e lavora. Si diploma come grafico pubblicitario e completa la sua formazione frequentando corsi di fumetto e di pittura. Fonda, partecipa e si unisce a gruppi di artisti locali per una sperimentazione continua di tecniche e linguaggi sempre nuovi, legati anche alla multimedialità, mettendo in gioco il proprio percorso artistico anche attraverso concorsi. Ama giocare con le parole, fornendo chiavi di lettura che
Nelle sue produzioni cerca di trovare un equilibrio contrapposto alla frenesia e agli eccessi della vita contemporanea.
In quest’opera un filo conduttore-continuo rappresenta l’equilibrio che viene spezzato creando due realtà parallele che ricercano l’armonia perduta.
Nata a Buenos Aires, alimenta la sua passione per l’arte tessile e la lavorazione artigianale dei tessuti fin da piccola.
Formatasi al Centro Argentino di Studi di Moda, si trasferisce a Madrid, dove inizia a collaborare con le realtà di disegno indipendente della città.
Partecipa attivamente al movimento di Mail Art Attualmente vive a Padova
Agustina Perez Pellegrini |
SANTUARI GABRIELLA |
Il volto, l’anima e lo specchio | 22 luglio – 6 agosto 2017
I soggetti privilegiati della produzione pittorica dell’artista sono le donne, donne dalla personalità poliedrica il cui sguardo intenso punta sull'osservatore, lo segue attentamente o fugge verso un luogo impenetrabile, in una fissità codificata che ne sintetizza il destino. Figurativamente reali, ma paradossalmente virtuali, riescono a stabilire una sorta di collegamento con il mondo, trasformandosi da comparse in protagoniste. Manifestano molteplici stati d'animo, conflitti e paure, situazioni di isolamento e solitudine, ma anche dolcezza e apertura, che entrano in vibrazione con le emozioni dell'osservatore. Donne che rivelano e rivendicano la forza di essere se stesse, a volte vinte, a volte vincitrici.
Gabriella Santuari |
Pietro Scarso
Non esistono parole o definizioni nella “Realta' Universale delle sue opere”. Per questo preferisce la Semplicita', il rispetto per la riservatezza ed il “Pensiero”.
Le sue ultime ricerche pittoriche si caratterizzano per un segno essenziale affiancato a un uso quantitativamente limitato del colore.
Il suo lavoro è dato da una versione-visione del ritratto, collocandolo “nell'attuale”, Periodo “ Zecca figlia della Zecca”.
Pietro Scarso nasce a Vicenza nel 1972, dove attualmente vive e lavora. Si diploma come grafico pubblicitario e completa la sua formazione frequentando corsi di fumetto e di pittura. Fonda, partecipa e si unisce a gruppi di artisti locali per una sperimentazione continua di tecniche e linguaggi sempre nuovi, legati anche alla multimedialità, mettendo in gioco il proprio percorso artistico anche attraverso concorsi. Ama giocare con le parole, fornendo chiavi di lettura che
contrastano spesso con le immagini presentate e contribuiscono a generare
dubbi nell'osservatore. Di recente si apre alla videoarte talvolta anche a tema
sociale, prediligendo una figurazione semplificata.
Andrea Tagliapietra
Il suo lavoro si sviluppa sull’indagare di ciò che l’essere umano porta dentro. Percepire e mettere in evidenza il disagio spesso nascosto dietro la formale apparenza; lo spettro dell’esteriorità, l’inappartenenza all’involucro-corpo, o ad una vita che ha una taglia diversa, troppo grande o troppo piccola, in cui non ci si sente a proprio agio. L’artista sostiene che il rapporto che può esistere con lo spettatore consiste nel metterlo davanti ad uno specchio in cui può ritrovare una parte di sé, delle analogie debitamente celate. Osservare per osservarsi.
Pietro Scarso IL MURO E' BIANCO 2016 |
Andrea Tagliapietra
Il suo lavoro si sviluppa sull’indagare di ciò che l’essere umano porta dentro. Percepire e mettere in evidenza il disagio spesso nascosto dietro la formale apparenza; lo spettro dell’esteriorità, l’inappartenenza all’involucro-corpo, o ad una vita che ha una taglia diversa, troppo grande o troppo piccola, in cui non ci si sente a proprio agio. L’artista sostiene che il rapporto che può esistere con lo spettatore consiste nel metterlo davanti ad uno specchio in cui può ritrovare una parte di sé, delle analogie debitamente celate. Osservare per osservarsi.
Andrea Tagliapietra
I’M A LOVELY PIGGY
ferro e catrame
140x52x73 cm
Giorgio Trinciarelli
|
Il
segno. E la materia.
Questo
è il filo conduttore da sempre presente nelle mie opere.
Segno
come gesto rapido, quasi automatico, a tratti preconscio, ma successivamente
pensato e selezionato.
Segno
che man mano si fa forma, oggetto e soggetto, sempre legato all’intimità
dell’essere e alle sue insondabili profondità, al mio essere nel mondo e alla
necessità di entrare in contatto autentico con l’altro.
Mai
solo azione, mai (almeno nelle intenzioni) individualità intimistica, ma sempre
ricerca espressiva, tecnica e di significato, sul linguaggio visivo e la sua
evoluzione nel campo dell’arte.
Segno
e materia dunque anche come ricerca di
sé e dell’incontro con l’altro, ma soprattutto come ricerca libera e autonoma, come
tentativo di comunicare il proprio dire e il proprio esistere ad altri esseri
umani.
Giorgio Triciarelli SEGNO 2.6 - bronzetto |