lunedì 28 agosto 2017

Gabriella Santuari Ricerca del mistero

Si inaugura sabato 22 luglio 2017, alle ore 18.30 presso l’Oratorio di Santa Maria Assunta SPINEA, nell’ambito del progetto PARADISUM THEATRUM – Il Volto, l’Anima e lo Specchio personale dell’artista Gabriella Santuari, a cura di Luciana Zabarella e Adolfina De Stefani con la collaborazione di Erika Argiolas. Testo critico a cura di Barbara Codogno.

La mostra, visitabile fino a domenica 6 agosto 2017, è organizzata da cittadellarte con il patrocinio del Comune di SPINEA (VE);

La mostra di Gabriella Santuari presenterà al pubblico una selezione di lavori recenti centrati sul tema IL VOLTO, L’ANIMA E LO SPECCHIO.

Scrive l’artista Gabriella Santuari riguardo al suo lavoro: …”Una chiesa sconsacrata, vuota, continua a trasmettere nel tempo il senso della sua sacralità originaria e, se si riempie di persone, anche quello di comunione  sociale. Ciò si percepisce ancora di più quando vi si ospita una mostra d'arte: durante l'inaugurazione si riunisce una ”Ekklesia”, una comunità, “coloro che son convocati”, e piano piano si sviluppa una fertile partecipazione che porta all'accumulo e condivisione di una forte energia positiva. Se si visita la mostra in solitudine, vi si può respirare una forte spiritualità, una comunione intima: in chi sa mettersi in discussione l' ”io“ nascosto, che per lo più é in contrasto con l'altro “io” esteriore, vibra sulle corde dell'armonia. Infatti, se l'artista  esprime bene le proprie emozioni attraverso l'arte e l'osservatore entra in empatia,  quest'ultimo arriva a riconoscere anche le proprie inquietudini, ad  accettarle, arricchendo così la propria interiorità. A questo serve l'arte. Come diceva G.B.Shaw. “ Si usa lo specchio per guardarsi il volto, si usa l'arte per guardarsi l'anima”; osando di più, ... per curarsi l'anima….”

Nel solco di una tradizione poetica quanto mai nitida e che senz'altro si dipana a partire da quelle  riflessioni che animarono anche la ricerca di Giosetta Fioroni, Gabriella Santuari propone al pubblico una serie di opere digitali, sulle quali poi interviene pittoricamente, aventi come principale soggetto il volto femminile.
A dire il vero Santuari, nonostante le svariate sperimentazioni e le molteplici incursioni anche in altri ambiti di senso, ha da sempre avvicinato l'anima femminile attraverso la priorità del volto. Questi volti, impressi su tele di grande formato, ed eseguiti con taglio fotografico e forte impatto cromatico, riverberano misteriosi paesaggi intimi, emotivi e psicologici. 
“Nei lavori di Santuari la luce è componente determinante e preponderante – spiega Codogno – tanto da ricordare il mito di Diana e Atteone: era mezzogiorno, momento di massima luce, quando Atteone fu accecato dal palesarsi della Dea, e poi trascinato nelle tenebre della trasmutazione”.
I volti di Santuari sono cesellati da una luce talvolta opaca, talvolta opalescente; momenti di rara perfezione stilistica e poetica.
Non è un caso che Santuari associ il volto all'anima e allo specchio: “Si pensi all'etimologia stessa di pupilla – spiega ancora Codogno – che deriva da pupa, ossia l'immagine ridotta di me stesso che vedo riflessa in quello specchio che sono gli occhi dell'altro”. Lo specchio è inoltre a fondamento dell'auto-rappresentazione del sé nella storia della nostra civiltà, come ci suggeriscono gli antichi greci.
Completa la mostra un'installazione composta da alcuni specchi disposti in terra e che riflettono alcuni aforismi scritti a rovescio sul fondo di scatole specchianti appese al soffitto. Il pubblico, per cercare di decodificare il messaggio, dovrà specchiarsi a propria volta, unendo così immagine e parola; divenendo progetto di senso attraverso al testimonianza del proprio io allo specchio. Anche le scatole saranno specchianti, per aumentare la luminosità e accentuare i riflessi che derivano dalla luce esterna.
                                                                      Barbara Codogno

Gabriella Santuari nasce a Trento, ma trascorre i suoi primi vent’anni a Milano. Poi si trasferisce a Padova, dove tuttora risiede. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Ca’ Foscari di Venezia, si è sempre dedicata all’arte, spaziando tra stili diversi e utilizzando tecniche e materiali di ogni genere. Negli ultimi anni l’artista si è orientata verso una ricerca pittorica personale con risvolti di forte incidenza sociale, muovendo da un motivo concettuale di stretta attualità: il rapporto tra l’uomo contemporaneo e le seduzioni commerciali. Utilizza in vari modi, per le sue creazioni, contenitori in cartone di prodotti alimentari freschi, secchi o surgelati per opporsi, in modo poetico, alla violenza di quel settore della pubblicità che entra subdolamente nelle case attraverso il cibo. Per l’interesse suscitato dalla sua ricerca nel 2007 è stata invitata alla Biennale di Venezia, nella mostra collaterale PPP. Dal 1998 partecipa a numerose mostre nazionali e internazionali, sia presso gallerie d’arte e Istituti italiani di cultura all’estero, dove continua ad ottenere lusinghieri riconoscimenti.










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