lunedì 5 ottobre 2015

UN KM DI INSTALLAZIONI E SCULTURE A FORTE MEZZACAPO ZELARINO | VENEZIA
progetto e critica a cura di 
Gaetano Salerno
La Ronda dell’Arte, progetto culturale in fieri curato dal critico d’arte Gaetano Salerno, nasce dalla collaborazione sinergica tra l’Associazione Culturale Dalla Guerra alla Pace | Forte alla Gatta e Segnoperenne e beneficia del patrocinio della Municipalità di Chirignago – Zelarino che gestisce l’area di proprietà del Comune di Venezia.
Al valore storico espresso dal luogo e dall’edificio (inaugurato nel 1911 e parte del Campo Trincerato di Mestre), entrambi testimoni della violenza della Prima e Seconda Guerra Mondiale ancora percepibile dalle scritte militari (recentemente restaurate) riportate sulle spesse e grigie mura di cemento del forte, si sommano la ricerca di una nuova funzione d’uso in grado di sviluppare valori antitetici alla violenza quali la pace, l’aggregazione sociale e culturale, la memoria di un passato ormai remoto da conoscere e non dimenticare quali nodi concettuali del progetto e del taglio curatoriale seguito per la selezione dei lavori esposti e del lungo processo che si svilupperà e si completerà nel tempo, fino a coprire l’intero perimetro della ronda.
Gli artisti, di varia provenienza geografica e linguistica, già presenti nel parco con sculture, installazioni, interventi di land art e site-specific sono a oggi circa una trentina.
Per quanto la storia di Forte Mezzacapo sia metafora della storia di tutte le guerre, La Ronda dell'Arte vuole sviluppare e far coesistere tematiche plurime e, attraverso l’osmosi d’idee e riflessioni tradotte in azioni artistiche, parlare all’uomo dell'uomo e del rapporto biunivoco tra microcosmo e macrocosmo (individuo – ambiente), divenendo cioè pretesto di lettura ed elemento narrante dei valori storici, sociali, culturali e ambientali del luogo nel quale si realizza, confrontandosi con la contemporaneità ed esprimendosi attraverso i suoi linguaggi visivi.
Considerata inoltre le specificità del palcoscenico che ospita il progetto, La Ronda dell’Arte diventerà il pretesto per istruire riflessione sull’ambiente, sul territorio e sulla natura che qui ha reclamato e riconquistato i propri spazi, creando intorno al forte un’area verde di circa undicimila metri quadri (inserito dalla Provincia di Venezia tra le aree verdi tra proteggere e promuovere) di grande valore paesaggistico e ambientale.
Ai partecipanti è stato chiesto di pensare e realizzare un’opera (evidenziando i propri linguaggi artistici, le proprie tecniche e le personali ricerche) per promuovere il dato universale dell’arte in rapporto allo spazio e al tempo e, affrontando differenti argomenti di discussione e di approfondimento, consentire al progetto di sviluppare, assecondando la sua articolata e organica struttura e attraverso i dialoghi che nasceranno tra le opere e i visitatori, momenti di riflessione sulla quotidianità.

Adolfina De Stefani

                                                       installazione "DEA REITHIA"2015
Tondini di ferro, plexiglass, vetro cm150x150x150 



sabato 19 settembre 2015

ARCHIVIO CARLO PALLI - PRATO
VITAMINE
Una raccolta singolare; un modo diverso, curioso e originale di fruire le molteplici espressioni artistiche contemporanee; una visione a trecentosessanta gradi sulla modernità comunicativa e interpretativa; un tableau vivant di prospettive che dalla prassi artistica
si sposta sul piano culturale per rivalutare e far vivere la certezza che non esista fine alla creazione, all’intenzionalità demiurgica e alla responsabilità etica degli artisti di essere portatori di una verità paradigmatica. Quella dell’Archivio Carlo Palli di Prato è un insieme variopinto e amalgamato di tendenze, tradizioni e innovazioni, di pratiche teoriche e ispirazioni estemporanee, di passione e amore verso l’universo creativo in sé e le sue conseguenze spettacolari. “Vitamine” non è solo un’installazione di quattrocentosessantasei tavolette nel piccolo formato 10x15, ma un evento itinerante che toccherà i maggiori musei italiani e i più importanti spazi espositivi per permettere a tutti di assaporare l’alta qualità dell’Arte contemporanea italiana e internazionale, gli aulici principi della Cultura e i nomi di spicco di questo presente caotico eppure ancora desideroso di progresso. Non a caso la raccolta affianca artisti emergenti ad altri già storicizzati, mettendo in rilievo alcune delle tendenze internazionali dell’arte contemporanea. A loro si aggiungono anche contributi di musicisti, performer, curatori, direttori di musei e altri ‘personaggi’, tutti riuniti grazie allo slancio intellettuale e culturale del collezionista Carlo Palli.
Il primo appuntamento, arricchito di performance e happening di
Paolo Albani, Giancarlo Cardini, Duccio Ceccanti, Luisa Cortesi, Marion D’Amburgo, Mauro Dal Fior, Luc Fierens, Daniele Lombardi
avrà luogo
venerdì 18 settembre dalle ore 18.00 presso il Museo Novecento di Firenze
Seguiranno:
11 ottobre 2015 Viareggio, GAMC;
08 novembre 2015
Rovereto, MART;
13 dicembre 2015
– Prato, Centro per l’Arte Contemporanea “Luigi Pecci”;
03 aprile 2016 Lastra a Signa (FI), Villa Caruso;
15 maggio 2016
Dolcè (VR), Bosco dei poeti;
26 giugno 2016 – Carmignano (PO), Spazio d’Arte Alberto Moretti | Schema Polis, e molti altri ancora.


«Vitamine vuole essere un’indagine sulle diverse modalità espressive della cultura contemporanea, inserite in una globalità collezionistica dall’alto slancio intellettuale e culturale: dal figurativo all’astratto, dalla fotografia all’assemblaggio scultoreo, dall’architettura alla musica, dalle tecniche multimediali alla scrittura vera e propria, la raccolta affianca artisti emergenti e artisti già storicizzati, auspicando la messa in rilievo delle tendenze internazionali in un insieme capace di qualificarsi come un fenomeno sovraordinato rispetto alla somma delle singole parti [...]. All’interno della raccolta emerge la lucida personalità degli artisti e l’idea di diffondere l’Arte in ogni sua forma culturale, sollecitando l’unione e la collaborazione dei cultori di tutte le arti contemporanee, per procedere in un’azione comune e concordata. Il lavoro di ogni singolo artefice si interseca con quello degli altri, dando vita alla trama di una tela che feconda la consapevolezza di essere di fronte a un’apertura dei linguaggi espressivi, attraverso gli infiniti e differenti modi di osservare e interpretare il tempo presente. Dall’eclettismo e dalla libera tensione inventiva emerge un quadro generale di forme, colori, idee e aspirazioni che pone l’accento sull’originalità degli ingegni contemporanei: un’installazione multiforme e armonica, in cui quattrocentosessantasei frammenti, di artisti e personaggi contemporanei, si amalgamano e si intrecciano per raccontare la varietà del mondo e far vivere l'Arte e la Cultura in modo energico e passionale».

[Dal testo critico del catalogo a colori edito da Polistampa, Firenze] 





Vitamine di lunga vita - Performance di Adolfina De Stefani e Antonello Mantovani
MART di Rovereto TRENTO - 8 novembre 2015
foto di Tommaso Vassalle


Aggiungi didascalia



Aggiungi didascalia

Aggiungi didascalia









martedì 17 marzo 2015


CENTRO CULTURALE CANDIANI
Piazzale Candiani, 7 | Venezia Mestre 

presentazione catalogo
extraMOENIA project

Centro Culturale Candiani
in collaborazione con Mismomatic e Segnoperenne

a cura di

Adolfina De Stefani e Gaetano Salerno


mercoledì 11 marzo 2015, ore 18.00

sala seminariale primo piano ingresso libero

ore 19.00: la presentazione si conclude con la performance di Adolfina De Stefani e Antonello Mantovani

Le déjeuner sur l’herbe
con la partecipazione di
Donato Ceron | Ester Davanzo | Anastasia Moro

info
CENTRO CULTURALE CANDIANI | P.le Candiani, 7 | Venezia Mestre | 041 2386111





extraMOENIA progetto focalizzato sull’indagine e sulla documentazione del rapporto tra arte e vita, tra finzione e realtà, tra artista e spazio interno/ spazio esterno della galleria.
extraMOENIA apre la galleria alla città e la città ritrova all’interno del luogo espositivo la naturale estensione della propria identità, lasciandosi contaminare dalle forme umane e naturali che sussistono pure esterne ai circuiti artistici, in attesa di essere intercettate, esplorate ed esposte.
extraMOENIA vuole infatti instaurare scambi logici e significativi tra differenti registri culturali, quello alto dell’icona dell’arte e quello basso dell’immagine reale prima della sua trasformazione e consacrazione iconica, svuotando entrambi i linguaggi delle proprie autorefenzialità per inserirli in un percorso comunicativo fluido e spontaneo in cui differenti organismi vitali – azioni e idee - intuiscono e intercettano nuovi principi relazionali, nuovi contesti espositivi e nuove forme di convivenza.
extraMOENIA inverte i ruoli di città e galleria, ne modifica le strutture, analizza l’interspazio che nasce dalla loro sovrapposizione e dalla loro compenetrazione, ristabilendo i contatti tra il fuori e il dentro dell’arte, individuando nelle metafore delle strade, degli edifici, delle aree verdi, dei non–luoghi della cementificazione e nelle azioni degli attori di questi molteplici palcoscenici sociali e intellettuali gli spunti per una puntuale ed eterogenea documentazione della contemporaneità. 



performance
Le déjeuner sur l’herbe
Adolfina De Stefani e Antonello Mantovani 
testo critico a cura di Gaetano Salerno

Giunti alla fine del progetto culturale extraMOENIA, attraverso il quale la galleria d’arte ha abbattuto idealmente le proprie mura invadendo in maniera organica la città e lasciandosene invadere (riscoprendosi parte integrante di un processo - simbiotico e biunivoco - architettonico, urbanistico e sociale), lo spazio espositivo attua l’ultima metamorfosi trasformandosi in giardino, ambiente naturale, vivo e dinamico.
Nella performance programmata per la chiusura de La Corrispondenza del Tutto e a conclusione così dell’articolata successione di eventi che hanno ospitato oltre cinquanta artisti, Adolfina De Stefani e Antonello Mantovani daranno vita alla performance Le déjeuner sur l’herbe, tableau vivant ispirato allo scandaloso dipinto presentato da Édouard Manet al primo Salon des Refusés di Parigi.
Il grande proscenio naturale del bosco parigino ritratto dal pittore, anticipazione di quell’esprit nouveau che di lì a poco avrebbe metaforicamente travalicato le alte mura dell’hortus conclus come energica e rigogliosa contaminazione culturale, verrà proiettato sulla parete rimasta bianca e spoglia; gli attori daranno vita ad azioni indipendenti nella mise-en-scène ideata dagli artisti che altera i ruoli dei protagonisti del quadro ma non sminuisce – casomai amplifica - la frivola spontaneità del momento e la percezione di presenziare, nel giusto luogo e nel giusto tempo, alla più significativa rivoluzione figurativa, culturale e sociale che il linguaggio artistico, finalmente liberato dalle imposizioni schematiche della verosimiglianza, abbia mai potuto testimoniare.
Nulla, dopo la lezione di Manet, sarà più come prima.
Un’operazione concettuale, ovviamente, per sottolineare con più enfasi la funzione sociale della galleria, luogo d’incontro e di otium (nell’accezione cioè di viver al di fuori di una società corrotta) al pari dei parchi pubblici e delle grandi aree verdi che proprio nel corso e alla fine del XIX secolo, con l’affermazione della ricca borghesia industriale e in risposta alle nuove condizioni di vita esatte dalla belle époque, sorgevano nelle grandi metropoli, inserendosi armoniosamente nel tessuto urbano, poco prima dell’avvento novecentesco delle città cementificate e anonimizzate.
La visione dunque, riprendendo la metafora del giardino, di un luogo dinamico e vivo, illuminato dalla stessa luce accecante riverberata dalle increspature delle acque della Senna all’Argenteuil, aperto alle contaminazioni e alle socializzazioni, alle osmosi di pensiero, non più vittima di una clausura autoimposta nella quale l’arte (con la complicità delle gallerie) sembra essere segregata da tempo.
Una provocazione? Uno scandalo? Una visione piatta e utopica del reale? O un illuminante spunto d’innovazione? Le stesse questioni insomma suscitate da Le déjeuner sur l’herbe, quel giorno (non tanto lontano) del 1863, nei benpensanti parigini, offesi forse dalla loro immagine vecchia e stantia riflessa nello stesso specchio d’acqua dove una giovane donna, tra conversazioni piacevoli e spensierati intermezzi conviviali e noncurante dell’altrui giudizio, si rinfresca. 


Alcuni momenti della performance  Le déjeuner sur l’herbe

Ester Davanzo
un momento della performance
photo Gian Paolo Lucato

Adolfina De Stefani
un momento della performance
photo Gian Paolo Lucato

Ester Davanzo, Anastasia Moro, Donato Ceron Adolfina De Stefani
un momento della performance
photo Gian Paolo Lucato

Ester Davanzo e Donato Ceron
un momento della performance
photo Gian Paolo Lucato

il pubblico presente in sala







ARCHI-TE’ INCONTRI TRASVERSALI    
BIBLIOTECA DI SCIENZE TECNOLOGICHE – ARCHITETTURA
Università di Firenze - Sistema Bibliotecario di Ateneo
Ciclo di incontri culturali che ruotano attorno al concetto allargato di architettura, libro e biblioteca all'insegna della convivialità

                      

photo di Gian Paolo Lucato
Villa Palladiana LA ROTONDA
LA CORRISPONDENZA DEL TUTTO

Il progetto di ricerca ideato e curato da Adolfina De Stefani e Gaetano Salerno, in collaborazione con Segnoperenne, è focalizzato sull’indagine e sulla documentazione del rapporto tra arte e vita, tra finzione e realtà, tra artista e spazio interno/ spazio esterno della galleria. Il progetto ha voluto costruire un ponte ideale con la 14^ Mostra di Architettura di Venezia 2014 coinvolgendo un numero consistente di artisti in dialogo tra loro e con i temi proposti e dibattuti dall’importante appuntamento veneziano. Ricercando corrispondenze con il tutto in pittura scultura, fotografia, video, grafica, molti artisti hanno partecipato alla selezione inviando un lavoro realizzato per il progetto, vincolati al formato 30x30 cm suggerito dai curatori.

Artisti partecipanti: ANONIMO, Roberto Assenza, Enzo Barion, Alessandra Borsetti Venier, Alessandro Botta, Manù Brunello, Maurizio Bucca, Gloria Campriani, Gianpaolo Canova, Libera Carraro, Donato Ceron, Antonio Ciarallo, Paolo G. Conti, Fiorella Corsi, Carmela Corsitto, Angelo Cortese, Giorgio Costantino, Luca De Silva, Andrea Del Sere, Adolfina De Stefani, Maurizio Follin, Gabriella Gallo, Gisella Genini, Cristina Gozzini, liibaan, Gian Paolo Lucato, Marta Luppi, Ruggero Maggi, Giuliano Mammoli, Antonello Mantovani, Nives Marcassoli, Angela Marchionni, Andrea Marini, Emilio Morandi, Anastasia Moro, Angelo Muriotto, Riccardo Naletto, Antonio Panino, Emanuele Panzarini, Doria Paola, Rita Pedulà, Edoardo Pilutti, Gianpiero Poggiali Berlinghieri, Carlo Pucci, Giancarlo Pucci, Roberto Pupi, Gigliola Ranzato, Rossella Ricci, Edda Sensini, Fulgor Silvi, Erik Strauss, Giorgio Trinciarelli, Stefano Turrini, Giovanna Ugolini, Daniele Valente, Angelo Ventimiglia, Piero Viti.
“La Corrispondenza del Tutto” scrive il critico Gaetano Salerno, “risveglia l’archetipo culturale (e cultuale) di un pensiero antico, contemporaneamente analitico e sintetico, robusto e inamovibile come una struttura trilitica, stabilmente retta da piedritti dorici e definita, nel suo potenziale e infinito sviluppo verticale, dal rigore della trabeazione. Nell’immagine della perfezione architettonica del tempio greco, espressione di una forza intellettuale spiritualmente contestualizzata nel mondo fenomenico, la pietra posta sulla pietra rimarca come l’uomo, scoperte le leggi della natura, abbia saputo comprenderle e interpretarle in maniera funzionale. In queste leggi, sopravvissute al tempo, sono celati i principi del nostro essere moderni; nella loro ingannevole semplicità la spinta a un progresso – la cui manifesta espressione artistica è lettura dello sviluppo del pensiero – che non può prescindere dall’interpretazione del canone, pena la rinuncia a principi di libertà espressiva faticosamente intercettati. Nelle architetture dei secoli d’oro ellenici è ancora possibile intuire la metafora di un principio euritmico e armonico ben più importante del progetto realizzativo stesso, più pesante dei rocchi delle colonne, che subordina la venustas, ai principi di utilitas e di firmitas e poi ancora ridefinisce e ridiscute i concetti di mediocritas e concinnitas. Una preziosa lezione dunque per chi, nella conquista estrema di sprazzi di contemporaneità, ha scordato di anteporre la visione etica a quell’estetica, compiendo due operazioni culturalmente rischiose: porsi come intransigente ostacolo alla linea di trasmissione di un sapere consolidato e storicizzato e confutare l’idea che la modernità sia un perdurare attenuato ma costante di una percezione iniziale, disgiungendo così materia e memoria ed erodendo quelle corrispondenze che, riunendo il tutto, il particolare all’universale, la sezione all’insieme, impediscono alle nostre culture di sconfinare nel caos disgiuntivo e nella frammentazione dei saperi”.

Con la collaborazione di MultiMedia91 (Firenze), La Barbagianna: una casa per l’arte contemporanea (Pontassieve), Segnoperenne (Mestre-Venezia).
ARCHISPAZIO - Palazzo San Clemente, via Micheli, 2 - Firenze

dal 25 marzo al 17 aprile 2015 - dalle ore 9,30 - 18,30
Inaugurazione mercoledì 25 marzo ore 17,00

Informazioni: Biblioteca di Scienze Tecnologiche – Architettura tel. 055.2756400 – 2756401 – Via Micheli 2 –Firenze luca.desilva@unifi.it   /   eventibibarc@unifi.it
Anonimo

Alessandra Borsetti Venier

Alessandro Botta

Gloria Campriani

Donato Ceron

Antonio Ciarallo

Fiorella Corsi

Giorgio Costantino

Luca De Silva

Andrea Del Sere

liibaan

Antonello Mantovani

Anastasia Moro

Emmanuele Panzarini

Rita Pedullà

Roberto Pupi

Giorgio Trinciarelli

Giovanna Ugolini

Piero Viti